Heart and Soul, Benedetta Ruggeri
Lauryn e Aileen, due giovani donne, due storie parallele con sullo sfondo una cupa città di Manchester che ben si adatta alle loro due vite spezzate, malinconiche, che devono fare i conti con il passato. Lauryn e Aileen non si conoscono, ma le loro esistenze pur se per brevi attimi s’incrociano, lasciando un segno in entrambe.
Lauryn è intrappolata nella sua stessa mente, non è mai riuscita a sopportare la pressione di essere etichettata come un promettente talento quand’era più giovane. Sta cadendo in un vortice e sembra incapace di trovare la forza di cambiare la sua vita per il meglio. Un evento la scuoterà, e si troverà costretta ad affrontare i propri demoni e a trovare un modo per andare avanti. Aileen ha perso qualcuno di veramente importante e resta intrappolata nel suo passato. Continua a cercare il modo migliore per uscirne e un incontro inaspettato l’aiuterà a trovarlo.
To love makes one solitary diceva Virginia Woolf nel suo capolavoro Mrs. Dalloway; se la scrittrice inglese aveva ragione, se veramente amare rende solitari, le conseguenze sulle due protagoniste sono evidenti. Entrambe decidono di chiudersi in se stesse, tenendo al di fuori un mondo con il quale non riescono più a comunicare e al quale sentono di non poter più appartenere, al punto da mettere in dubbio la stessa utilità delle proprie vite. Numerosi nel testo i riferimenti a una delle band cult della scena post-punk sviluppatasi proprio nella Greater Manchester, i Joy Division, a partire dal titolo che richiama uno dei maggiori successi della band di Ian Curtis.
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